Va bene, va bene, devo diminuire l'assunzione di carni rosse. A dirla tutta sono risultata intollerante alla carne di manzo, sigh... addio alla mia adorata bresaola...
Ma mica ci perderemo d'animo per l'ennesima intolleranza individuata! Non sia mai! No, no! Checcché!
Legumi = Proteine. Indi per cui, ecco le istruzioni per l'antica e gustosa ricetta della Minestra di Fagioli che spesso mi prepara la mitica Luciana, Cuoca in Allegria pronipote del cuoco "Cervellone" in quel di Frascati, quando ancora era una vera Hosteria Romana.
Sciacquate bene i fagioli, metteteli in una ciotola, copriteli con abbondante acqua tiepida e lasciateli in ammollo per 12 ore.
Trascorso questo tempo, eliminate quelli rimasti a galla, sciacquateli e lessateli in abbondante acqua per circa 1 ora e 30 minuti, fino a quando saranno teneri, aggiungendo negli ultimi 20 minuti le carote e la patata, mondate, sbucciate e tagliate a dadini
Frullate un terzo degli ingredienti e rimetteteli nella casseruola.
Soffriggete in 5 cucchiai di olio l’aglio, sbucciato e tritato, la pancetta, anch’essa tritata, il porro, mondato e affettato al velo, e le foglie di salvia.
Aggiungete il tutto alla minestra di fagioli e carote, riportate a ebollizione e proseguite la cottura per altri 20 minuti circa.
Regolate di sale e pepe e servite, condendo a piacere con un filo di olio extravergine di oliva.
Gustate in compagnia accompagnando con un bicchiere di Lambrusco, vino rosso poco romano ma frizzante al punto giusto per bilanciare i carboidrati contenuti nei fagioli.
...per arrivare al cuore di qualcuno si passa prima per il cervello e poi per lo stomaco...
giovedì 31 gennaio 2013
mercoledì 30 gennaio 2013
Una Crocchettona per Francescona
Siamo alla fine degli anni '80.
Nelle svariate pizzerie romane col pomodoro nel nome, impazzano fritti, frittini e crocchette.
S'impana qualsiasi alimento e lo si abbina ad altrettanti alimenti che, spesso, passavano di lì e sarebbe stato molto meglio se fossero passati inosservati.
Francesca (soprannominata affettuosamente da noi amiche Francescona causa altezza e peso decisamente adeguati) ne era affezionatissima frequentatrice.
Una domenica sera, durante una discussione davanti a un tripudio di fritti, Francescona esprime disappunto filosofico nonché odio fisico per quelle che in menù venivano indicate come "crocchette prataiole" (un mix di verdure e patate cotte in forno) gettonate parecchio da noialtre amiche, spesso in lite con la bilancia.
Francescona, viene da se, non era mai stata particolarmente attratta dal cibo salutista, infatti nonostante la mia già buona reputazione di cuoca, l'attenzione particolare al conteggio delle calorie, faceva si che rifiutasse di assaggiare qualsiasi piatto a base di verdura.
E' nata così questa versione delle crocchette prataiole dettata dal connubio della personale passione per i fritti di big Francy e dalla mia per la cucina.
Al mercato abbiamo comprato circa un chilo di erbette miste, le abbiamo lavate e lessate in poca acqua salata bollente. Le abbiamo scolate, sgocciolate con attenzione e poi tritate grossolanamente.
Dopo una breve lotta sulla quantità di burro da usare, si è raggiunto un compromesso facendone fondere in padella 20gr assieme a 40gr di pancetta affumicata tritata, uno spicchio d'aglio, un ciuffetto di prezzemolo tritato e una grattata di pepe. Il tutto a cuocere per pochi minuti, ma secondo la legge del soffritto di Francescona.
A parte abbiamo sbattuto 2 uova più un tuorlo con un pizzico di sale 4 cucchiai di parmigiano, altrettanti di besciamella e qualche goccia di salsa Worchester, siamo negli anni '80 dopo tutto.
Abbiamo unito l'impasto a 200gr di purè di patate e mescolato per bene in modo da far legare tutti gli ingredienti tra loro.
Abbiamo formato delle palline che poi abbiamo passato nel pangrattato e fritto in olio bollente e servito caldissime con l'immancabile aggiunta di sale da parte di Francesca perché: "...'a Fanny, mettice più sale sennò non sa de gnemte!"
Il risultato, devo ammettere, ha avuto uno strepitoso successo anche tra i maschietti della comitiva e allora viene da pensare: come mai ho inserito questa ricetta tra "i Flop di Fanny"?
Ma scherzate! Avete fatto un rapido calcolo delle calorie?!?
Nelle svariate pizzerie romane col pomodoro nel nome, impazzano fritti, frittini e crocchette.
S'impana qualsiasi alimento e lo si abbina ad altrettanti alimenti che, spesso, passavano di lì e sarebbe stato molto meglio se fossero passati inosservati.
Francesca (soprannominata affettuosamente da noi amiche Francescona causa altezza e peso decisamente adeguati) ne era affezionatissima frequentatrice.
Una domenica sera, durante una discussione davanti a un tripudio di fritti, Francescona esprime disappunto filosofico nonché odio fisico per quelle che in menù venivano indicate come "crocchette prataiole" (un mix di verdure e patate cotte in forno) gettonate parecchio da noialtre amiche, spesso in lite con la bilancia.
Francescona, viene da se, non era mai stata particolarmente attratta dal cibo salutista, infatti nonostante la mia già buona reputazione di cuoca, l'attenzione particolare al conteggio delle calorie, faceva si che rifiutasse di assaggiare qualsiasi piatto a base di verdura.
E' nata così questa versione delle crocchette prataiole dettata dal connubio della personale passione per i fritti di big Francy e dalla mia per la cucina.
Al mercato abbiamo comprato circa un chilo di erbette miste, le abbiamo lavate e lessate in poca acqua salata bollente. Le abbiamo scolate, sgocciolate con attenzione e poi tritate grossolanamente.
Dopo una breve lotta sulla quantità di burro da usare, si è raggiunto un compromesso facendone fondere in padella 20gr assieme a 40gr di pancetta affumicata tritata, uno spicchio d'aglio, un ciuffetto di prezzemolo tritato e una grattata di pepe. Il tutto a cuocere per pochi minuti, ma secondo la legge del soffritto di Francescona.
A parte abbiamo sbattuto 2 uova più un tuorlo con un pizzico di sale 4 cucchiai di parmigiano, altrettanti di besciamella e qualche goccia di salsa Worchester, siamo negli anni '80 dopo tutto.
Abbiamo unito l'impasto a 200gr di purè di patate e mescolato per bene in modo da far legare tutti gli ingredienti tra loro.
Abbiamo formato delle palline che poi abbiamo passato nel pangrattato e fritto in olio bollente e servito caldissime con l'immancabile aggiunta di sale da parte di Francesca perché: "...'a Fanny, mettice più sale sennò non sa de gnemte!"
Il risultato, devo ammettere, ha avuto uno strepitoso successo anche tra i maschietti della comitiva e allora viene da pensare: come mai ho inserito questa ricetta tra "i Flop di Fanny"?
Ma scherzate! Avete fatto un rapido calcolo delle calorie?!?
martedì 29 gennaio 2013
Coraggio, mettiti a dieta! Prima settimana: dal 29 gennaio al 4 febbraio.
Domani c'è il secondo appuntamento con la bilancia.
Sono in ansia.
E' vero che in questi tre giorni ho camminato molto e che sicuramente avrò il primo risultato, e che questo sarà di buon auspicio - sono pur sempre una dal bicchiere mezzo pieno -
E' vero che la meta di questa sfida culinaria è il matrimonio di Chiara del 7 settembre 2013, occasione in cui vorrei rientrare nei miei abiti taglia 44.
Ma è pur vero che se non trovo a breve un nuovo lavoro, per quanto io mi sforzi di non assecondare la sedentarietà guardando film dalla cyclette, la voglia di sperimentare nuove ricette a basso contenuto calorico mi cadenzerà la giornata.
La sfida è sulle ricette di pasticceria. Specie dopo le novità sulle mie intolleranze alimentari, come faccio a preparare un buon dolce senza usare fecola di patate o latte e i suoi derivati? Evitando di far entrare in cucina Lillo & Greg!?!
Bene, ecco la sfida di oggi: preparare una torta per la colazione usando latte di riso, farina di castagne, farina manitoba, olio di semi e miele. Praticamente l'unico ingrediente che non varierà saranno le uova, freschissime acquistate stamattina al mercato di Guidonia.
Torta Margherita rivisitata diet.
In una terrina preparo la base di uno zabaione sbattendo prima un tuorlo con un cucchiaio di zucchero di canna e a parte montando l'albume con l'aggiunta di un pizzico di sale.
Una volta uniti di nuovo chiara e rosso, lascio cadere a pioggia la farina di castagne unita alla manitoba, ad un cucchiaio di farina doppio zero e a mezza bustina di lievito vanigliato.
Mano mano che l'impasto si addensa verso a filo due cucchiai di olio di semi di mais e il latte di riso fino ad ottenere un impasto fluido ma omogeneo.
Questi ingredienti bastano per una piccola torta, quindi ho inserito il tutto in una piccola pirofila quadrata in vetro da forno, ho lasciato cuocere per 30 minuti a 170 gradi.
Due pinoli per la parte del solito occhio ed ecco il risultato.
Domani la colazione gustosa ma leggera è assicurata!
Domenica 3 febbraio
Passeggiata e scarpinate lungo il lago Trasimeno: miiii, come mi manca la piscina idromassaggio di ieri!!!
Sabato 2 febbraio
Cammina, cammina, cammina e...mangia!
Oggi tappa perugina e immancabile acquisto di cioccolato fondente.
Beh, sarà un piccolo premio per la prima meta raggiunta, dovrò solo circondarlo di filo spinato e una sirena d'allarme con lampeggiatore a intermittenza...la vedo dura!
Giorno quattro, venerdi 1 febbraio.
Stamattina mi preparo per un fine settimana di trekking e relax.
Come sono collegati i due eventi? Me lo chiedo anche io, credo che sarà una sorpresa di chi ha organizzato questi tre giorni.
Partenza per un giro dell'Umbria, spostamenti in auto condivisa e copertura percorsi col supporto di un'antichissimo mezzo di locomozione il tacchi & sòle! Per fortuna alla sera nella guest house che ci ha ospitato ci è stata messa a disposizione una piccola ma meravigliosa piscina in pietra con idromassaggio, con frutta e spumante da spiluccare in compagnia. Relax sociale a 38 gradi!
Un'ora a mollo, restereeeei... |
Buffet per la prima colazione, ma scherziamo? Sono a dieta!!! |
Ora si che si ragiona, carciofi in padella, con aglio, prezzemolo e spruzzatina di vino bianco, la dieta è salva!
Giovedi 31 gennaio, giorno tre.
Oggi gli impegni della giornata mi hanno portata fuori casa.
Di solito in queste occasioni mi lasciavo sedurre dalla velocità del pasto pizza style, on the road.
In effetti ero quasi rassegnata al tipico eccesso di carboidrati, invece nel mio girovagare per il centro città, sono incappata in una vecchia amica che non vedevo dai tempi del Downtown.
Abbiamo velocemente deciso per una rimpatriata a casa sua.
Tra una chiacchiera e l'altra, i ricordi di quei sette anni di serate passate al pub ci hanno travolte, e tra gli episodi divertenti legati alle serate di musica e cabaret, si ripropongono pure quelli legati ai maschietti conosciuti in modo più o meno intimo... Insomma, com'è, come non è, tra ricordi di cocktail e barman attraenti, la scelta del nome di un panino legato ai gusti del cliente affezionato o all'episodio del batterista jazz che era salito sul palco in ritardo per ripulire i resti dell'impasto della mia torta al cioccolato, decidiamo di preparaci un bel pranzetto.
Ovviamente cucino io, così promuovo Daniela a cavia del giorno per le rivisitazioni di ricette classiche in versione light. Fortunatamente la sua dispensa e il frigo sono ben lontani dal vuoto dell'eco a cui li aveva abituati in quei primi anni di vita lontana dalla cucina calabrese della mamma!
Daniela è stata felice di lasciarmi preparare un pranzetto coi fiocchi.
Riso, piselli e gamberetti, merluzzo bollito con contorno di carotine baby.
Ho preso un tegame e invece di versarci un cucchiaio di olio ho soffritto uno scalogno tritato finemente, con una spruzzata di vino bianco secco, poi ho tostato il riso parboilled.
Ho aggiunto due mestoli dell'acqua di cottura del merluzzo (con sedano, carota e alloro) portato a ebollizione e cotto per una decina di minuti.
Nel frattempo ho cotto in padella con poca acqua e prezzemolo i gamberi sgusciati, aperto e sgocciolato con attenzione una confezione di piselli già lessati (anche se è preferibile cuocerne di freschi o di surgelati).
Quindi ho aggiunto i piselli e i gamberi assieme anche all'acqua di cottura dei gamberi in sostituzione del preferibile brodetto di pesce, ho mescolato e portato, finalmente, a cottura il riso. Meglio non dimenticare il sale nell'acqua, come ho fatto io...
Per finire, una spolverata di prezzemolo su tutto il piatto ma niente pepe, sono a dieta!
Ah, non devo mica dirvi come ho preparato merluzzo e carotine bollite, vero!?!
Mercoledi 30 gennaio, secondo giorno.
Come se non bastassero le normali ristrettezze di un periodo in regime alimentare controllato, ultimamente ho scoperto di essere intollerante/allergica ad alcuni gruppi di cibi.
La meno gradita è l'intolleranza alle Solanacee, visto che pomodoro, melanzana e patata sono stati i pilastri della mia alimentazione per anni.
Programma per il pranzo di oggi: previsti pasta e pesce quindi, senza rimpanti, preparo il mio piatto di Fusilli ai Moscardini in versione diet.
Ecco come ho ridotto l'apporto calorico di questo gustosissimo piatto.
Ho scelto dei fusilli preparati con farina di mais, pulito i moscardini freschi (ma vanno benissimo anche le seppie) che ho lavato con attenzione, poi ho tagliato i tentacoli a pezzetti.
Non potendo usare l'olio per rosolare, ho tritato molto fini cipolla e aglio e li ho spuzzati con un pò di vino bianco secco, poi ho unito i tentacoli e il resto dei moscardini tagliati a listarelle e lasciati cuocere per circa 15 minuti, aggiungendo anche un pò di brodetto che avevo preparato qualche giorno prima e conservato nei contenitori del ghiaccio.
Purtroppo ho dovuto escludere i pomodori, che ci stanno benissimo, e la grattatina di pepe previsti dalla ricetta originale, ma vi assicuro che era buonissima!
ARGHHH!!! Ho dimenticato il prezzemolo! Vabbé, stavolta l'occhio la sua parte non l'ha avuta...
peso di partenza |
Ecco, questo il peso di partenza di martedi 29 gennaio.
Come suggerito dal nutrizionista di oncologia e prima ancora dall'omeopata (omeopatato, visto che decisamente è quel che si dice un bell'uomo) a mantenere attivo il sistema immunitario si inizia al mattino.
Quindi, prima di colazione mi preparo mezzo bicchiere di acqua tiepida con mezzo limone spremuto e un cucchiaino di miele, per non rimanere con i denti serrati al palato.
Ora il dilemma è come conciliare la necessità di una dieta con la passione per il cibo, la voglia di sperimentare nuove ricette, il rifiuto di abbandonare gusto e quei piccoli, brevi, intensi appuntamenti col caro, vecchio e sempre apprezzato cibo consolatorio...
Ad ogni modo, non starò quì ad elencare di cosa mi nutrirò in questo periodo, non nel dettaglio almeno.
Indicherò solo alcuni piatti, rivedendo ricette già conosciute e reinterpretandole cercando di dimezzarne le calorie con diversi metodi di cottura o sostituzioni di alcuni alimenti con altri simili.
Piatto forte di oggi insalata di arance siciliana rivisitata, senza
olive ma con aggiunta di kiwi per aumentare l'apporto di vitamina C
Coraggio, mettiti a dieta!
Ebbene si, dieta.
Basta con le scuse! Basta affibbiare la piena responsabilità dei chili accumulati negli ultimi tre anni a chemio, cortisone, menopausa indotta con ovvia ingestione di pesanti blocca estrogeni!
Si, certo, lo so che pure loro hanno contribuito al lento e inesorabile lievitare della sottoscritta, ma la mia passione per il cibo e la buona cucina dove la mettiamo?
In frigo, direi.
Ben conservata, pronta ad essere in parte recuperata alla prima meta raggiunta che, udite, udite, riguarda i MENO 10 (chili ovviamente) e la data prospettata per il raggiungimento di questo favoloso evento è il 7 settembre 2013, un sabato.
E sarà un superultrafantasmagorico sabato pomeriggio, visto che sarà il giorno delle nozze di Chiara!!!
Basta con le scuse! Basta affibbiare la piena responsabilità dei chili accumulati negli ultimi tre anni a chemio, cortisone, menopausa indotta con ovvia ingestione di pesanti blocca estrogeni!
Si, certo, lo so che pure loro hanno contribuito al lento e inesorabile lievitare della sottoscritta, ma la mia passione per il cibo e la buona cucina dove la mettiamo?
In frigo, direi.
Ben conservata, pronta ad essere in parte recuperata alla prima meta raggiunta che, udite, udite, riguarda i MENO 10 (chili ovviamente) e la data prospettata per il raggiungimento di questo favoloso evento è il 7 settembre 2013, un sabato.
E sarà un superultrafantasmagorico sabato pomeriggio, visto che sarà il giorno delle nozze di Chiara!!!
venerdì 25 gennaio 2013
Alici in verde e Salmone con carciofi
Oggi giornata di spesa al mercato.
La solita spesa di frutta, verdura e uova fresche al banco della contadina Agnese, settantaquattro anni portati con la gioia dei suoi meravigliosi sorrisi!
Poi me ne vado a curiosare tra i banchi del pesce e attratta da salmone e alici freschissime decido di fare scorta di Omega 3 per antipasto e piatto forte. Ecco le ricette.
Alici in verde.
Dalle alici freschissime ricavo dei filetti, lavandoli e pulendoli con cura.
Quindi aggiungo poco sale e molto succo di limone, copro e lascio macerare in frigorifero per almeno tre ore. Un'ora prima di servire, le tolgo dalla marinata e le condisco con olio e.v.o. abbondante prezzemolo ben tritato e uno spicchio d'aglio schiacciato.
Salmone con carciofi.
Sciacquo ulteriormente il salmone che ho fatto eviscerare e pulire da mani esperte.
Pulisco i carciofi, liberandoli dalle spine e dalle foglie più dure, li taglio a spicchi e poi a fettine sottili, tolgiendo il fieno interno se presente, e tuffandoli in una ciotola di acqua acidulata con succo di limone.
In una padella faccio rosolare uno spicchio d'aglio e lascio che le fettine di carciofo appassiscano, quindi ci adagio sopra il salmone, irrorando con mezzo bicchiere di vino bianco secco e il succo di un limone.
Aggiungo un bel ciuffo di prezzemolo tritato e lascio cuocere coperto a fiamma dolce per 20 minuti circa.
A fine cottura elimino l'aglio e sistemo il salmone sul piatto di portata, versando sopra il fondo di cottura.
La solita spesa di frutta, verdura e uova fresche al banco della contadina Agnese, settantaquattro anni portati con la gioia dei suoi meravigliosi sorrisi!
Poi me ne vado a curiosare tra i banchi del pesce e attratta da salmone e alici freschissime decido di fare scorta di Omega 3 per antipasto e piatto forte. Ecco le ricette.
Alici in verde.
Dalle alici freschissime ricavo dei filetti, lavandoli e pulendoli con cura.
Quindi aggiungo poco sale e molto succo di limone, copro e lascio macerare in frigorifero per almeno tre ore. Un'ora prima di servire, le tolgo dalla marinata e le condisco con olio e.v.o. abbondante prezzemolo ben tritato e uno spicchio d'aglio schiacciato.
Salmone con carciofi.
Sciacquo ulteriormente il salmone che ho fatto eviscerare e pulire da mani esperte.
Pulisco i carciofi, liberandoli dalle spine e dalle foglie più dure, li taglio a spicchi e poi a fettine sottili, tolgiendo il fieno interno se presente, e tuffandoli in una ciotola di acqua acidulata con succo di limone.
In una padella faccio rosolare uno spicchio d'aglio e lascio che le fettine di carciofo appassiscano, quindi ci adagio sopra il salmone, irrorando con mezzo bicchiere di vino bianco secco e il succo di un limone.
Aggiungo un bel ciuffo di prezzemolo tritato e lascio cuocere coperto a fiamma dolce per 20 minuti circa.
A fine cottura elimino l'aglio e sistemo il salmone sul piatto di portata, versando sopra il fondo di cottura.
mercoledì 23 gennaio 2013
Snack fatti in casa
L'effetto glicemia alta continua inesorabile la sua opera di convincimento comunicandomi sempre più spesso il desiderio di uno snack dolce. Ma la voglia di rientrare nei miei panni (letteralmente) mi spinge a cercare uno snack che non impegni troppo i sensi di colpa evitando di trasformarmi nella temuta figura mitologica metà ciccia e metà brufoli.
E quindi? Eqqueqquà la soluzione.
Barrette di cereali e frutta secca fatte in casa.
Come si fa? Semplice, si mescola in una terrina una tazza e mezza di farina integrale, (non le ho mai pesate, lo ammetto, mea culpa) poi un cucchiaino di dolcificante (fruttosio, preferisco), 2 cucchiaini di lievito di birra secco, un quarto di tazza di crusca di grano, mezzo cucchiaino di cannella e mezzo di zenzero grattugiato.
All'impasto si aggiunge una tazza e mezza di fiocchi d'avena, una tazza di albicocche secche tagliate a fette sottili, mezza tazza di semi di girasole sgusciati e tostati, una tazza di passato di mela, preparato con mela cotta frullata non zuccherata, e poi si amalgama.
Ah, dimenticavo.
A parte sbattere leggermente 3 uova con mezza tazza di succo di mela e 2 cucchiaini di olio e.v.o.
Unire agli altri ingredienti e aggiustare di sale (poco, poco, poco, praticamente un pizzico).
Ora potete spalmare su carta forno cercando di livellare il tutto mantenendo uno spessore uniforme (non come me che la prima volta ho avuto un risultato simile ad una mega sottiletta) e cuocete a 180°C per 15/20 minuti finché non sarà ben dorato.
Fate raffreddare e tagliate il dolce a barrette.
E quindi? Eqqueqquà la soluzione.
Barrette di cereali e frutta secca fatte in casa.
Come si fa? Semplice, si mescola in una terrina una tazza e mezza di farina integrale, (non le ho mai pesate, lo ammetto, mea culpa) poi un cucchiaino di dolcificante (fruttosio, preferisco), 2 cucchiaini di lievito di birra secco, un quarto di tazza di crusca di grano, mezzo cucchiaino di cannella e mezzo di zenzero grattugiato.
All'impasto si aggiunge una tazza e mezza di fiocchi d'avena, una tazza di albicocche secche tagliate a fette sottili, mezza tazza di semi di girasole sgusciati e tostati, una tazza di passato di mela, preparato con mela cotta frullata non zuccherata, e poi si amalgama.
Ah, dimenticavo.
A parte sbattere leggermente 3 uova con mezza tazza di succo di mela e 2 cucchiaini di olio e.v.o.
Unire agli altri ingredienti e aggiustare di sale (poco, poco, poco, praticamente un pizzico).
Ora potete spalmare su carta forno cercando di livellare il tutto mantenendo uno spessore uniforme (non come me che la prima volta ho avuto un risultato simile ad una mega sottiletta) e cuocete a 180°C per 15/20 minuti finché non sarà ben dorato.
Fate raffreddare e tagliate il dolce a barrette.
Spaghetti con la mollica alla moda di casa
Nella dispensa di casa uno degli ingredienti che non è mai mancato è l'acciuga.
Che fosse fresca di mercato o in un barattolo sott'olio, mia madre l'acquistava almeno ogni due venerdi per piccoli panini/merenda col burro oppure conditi con olio al peperoncino e papà si esibiva in un primo piatto tanto antico quanto facile e veloce da preparare.
Spaghetti con la mollica.
Mentre aspettate che l'acqua raggiunga il giusto bollore, sbucciate l'aglio e tagliatelo molto fine, aggiungete del peperoncino e fate dorare in padella.
Quindi aggiungete alcuni filetti di acciuga, schiacciateli con una forchetta e lasciateli sciogliere un paio di cucchiai di pane grattugiato o di mollica di pane raffermo sbriciolato e fate tostare per qualche secondo.
Distribuite il condimento sulla pasta scolata al dente e cospargete di prezzemolo tritato e di un mix di parmigiano e pecorino.
Se volete passare da un livello di difficoltà "facile" a "media", allora potete preparare da soli l'olio aromatizzato all'aglio e peperoncino.
Ecco come.
Procuratevi una decina di piccoli peperoncini calabresi, pugliesi o comunque di sicuro effetto piccante.
Lavateli, eliminate il gambo, tagliateli molto finemente senza disperderne i semi, e disponeteli in un barattolo di vetro a chiusura ermetica.
Aggiungete uno spicchio d'aglio tritato finissimo, aggiungete un pizzico di sale e coprite con olio rigorosamente extra vergine di oliva.
La zia Angela aggiunge anche una foglia di alloro, voi regolatevi a seconda del vostro gusto.
Chiudete e lasciate per circa un mese al riparo dalla luce.
Poi filtrate il condimento aiutandovi con una garza, direttamente all'interno di una piccola bottiglia e chiudetela con un tappo di sughero.
E' perfetta anche da portare in tavola per l'immancabile ospite con la lingua d'amianto!
venerdì 18 gennaio 2013
Raviole rotte
La mia passione per la cucina legata al territorio, mi ha spesso guidato alla ricerca di ricette di origini popolari.
Durante gli anni di lavoro come direttore di produzione, tra il 1987 e il 1991 viaggiando per l'Italia a girare documentari turistici e industriali, ho raccolto idee, accostamenti di cibi e ricette semplici quanto particolari.
Dalla cucina di un monastero del parmense ho appuntato questa antica ricetta del Settecento.
Tritate 200gr di erbette di campo tra bietola, lattughino, finocchietto e cicoria selvatica assieme ad una quantità di mollica di pane ammollato nell'acqua e strizzato bene pari a circa 100gr e unite un etto di formaggio di media stagionatura tipo asiago o parmigiano, 2 uova, un pizzico di sale e un cucchiaio di erba cipollina tritata.
Inumiditevi le mani con un po' di acqua tiepida e preparate delle palline con piccole parti di impasto, della grandezza simile ad una noce. Queste palline vanno bollite in acqua salata, quindi compattatele per bene.
Una volta cotte, scolate con delicatezza le raviole e disponetele sui piatti terminando con una noce di burro morbido e formaggio a scaglie o grattugiato.
Durante gli anni di lavoro come direttore di produzione, tra il 1987 e il 1991 viaggiando per l'Italia a girare documentari turistici e industriali, ho raccolto idee, accostamenti di cibi e ricette semplici quanto particolari.
Dalla cucina di un monastero del parmense ho appuntato questa antica ricetta del Settecento.
Tritate 200gr di erbette di campo tra bietola, lattughino, finocchietto e cicoria selvatica assieme ad una quantità di mollica di pane ammollato nell'acqua e strizzato bene pari a circa 100gr e unite un etto di formaggio di media stagionatura tipo asiago o parmigiano, 2 uova, un pizzico di sale e un cucchiaio di erba cipollina tritata.
Inumiditevi le mani con un po' di acqua tiepida e preparate delle palline con piccole parti di impasto, della grandezza simile ad una noce. Queste palline vanno bollite in acqua salata, quindi compattatele per bene.
Una volta cotte, scolate con delicatezza le raviole e disponetele sui piatti terminando con una noce di burro morbido e formaggio a scaglie o grattugiato.
Incontro di Alici e Jamon Iberico
Ho assaggiato per la prima volta questo insolito accoppiamento pesce/carne due estati fa a Valencia.
Il primo esperimento per ricostruire il gustoso risultato finale della ricetta l'ho provato nella cucina della favolosa guest house che mi ospitava. Consigliatissima!
Non è andata molto bene ma l'abbinamento di alimenti mi ha colpita talmente, che una volta tornata in Italia ho cercato di capire la ricetta originale sperimentando e costringendo amici al ruolo di cavie.
Tutti ancora in ottima salute, comunque!
Ecco quella che, dopo qualche tentativo, ha ottenuto più consensi.
Una volta lavate, pulite e diliscate si dividono a metà 24 alici freschissime, tagliandole nel senso della lunghezza.
Sminuzziamo circa mezzo chilo di spinaci che vanno cotti, possibilmente a vapore o comunque con pochissima acqua e sale.
Prendiamo due fette di prosciutto crudo da circa un etto ciascuna, le tagliamo a dadini e le uniamo agli spinaci cotti, mescolando bene. Non avendo il prosciutto spagnolo si può aggiungere un pizzico di pepe all'impasto che va steso su ogni metà acciuga, usando una seconda metà per ricoprire.
Queste coppie di acciughe le passiamo prima in una terrina con 4 uova sbattute e poi nel pangrattato quindi nell'olio bollente.
Qualche foglia di menta per guarnire non guasta!
sabato 12 gennaio 2013
Cioccolato come il prezzemolo
Dopo circa sei mesi dalla fine della radioterapia, ho cominciato a domandarmi cosa poteva essere della mia vita professionale.
Decisa più che mai ad abbandonare lo stress dell'assistenza di direzione e del project management con le sue riunioni avvelenate - frequentate per lo più da personaggi più inclini a seguire "rumors" piuttosto che una logica gestionale a favore dell'azienda e delle proprie risorse - mi imbatto nella ricerca di aiuto nella cucina di un agriturismo vicino Palombara Sabina.
Ho conosciuto e collaborato con tre chef: il primo molto giovane e ambizioso forte di una preparazione culinaria radicata su ricette e prodotti molto legati al territorio; il secondo ruvido e geniale con i suoi accostamenti di frutta e cacciagione; il terzo appassionato pasticcere adoratore di primi piatti.
Proprio di quest'ultimo è la ricetta molto facile che mi ha concesso di approdare di recente alla terza fase di quella che per me è la conquista perfetta, con un gruppo di nuovi amici.
Risotto, scamorza e cioccolato fondente.
Rosoliamo una cipolla tritata sottile in 50gr di burro, aggiungiamo 400gr di riso carnaroli e facciamolo tostare, poi aggiungiamo poco alla volta del brodo di carne preparato in precedenza, molto caldo.
Appena il riso è cotto al dente lo togliamo dal fuoco per la matecatura aggiungendo altri 50gr di burro, altrettanti di parmigiano grattugiato e un etto di scamorza affumicata senza la sua buccia marrone e tagliata a listarelle sottili.
Porzioniamo e aggiungiamo una generosa spolverata di cioccolato fondente 80% grattugiato molto fine.
In quell'occasione lo abbiamo accompagnato con dell'ottimo Barbera d'annata, ve lo consiglio.
Decisa più che mai ad abbandonare lo stress dell'assistenza di direzione e del project management con le sue riunioni avvelenate - frequentate per lo più da personaggi più inclini a seguire "rumors" piuttosto che una logica gestionale a favore dell'azienda e delle proprie risorse - mi imbatto nella ricerca di aiuto nella cucina di un agriturismo vicino Palombara Sabina.
Ho conosciuto e collaborato con tre chef: il primo molto giovane e ambizioso forte di una preparazione culinaria radicata su ricette e prodotti molto legati al territorio; il secondo ruvido e geniale con i suoi accostamenti di frutta e cacciagione; il terzo appassionato pasticcere adoratore di primi piatti.
Proprio di quest'ultimo è la ricetta molto facile che mi ha concesso di approdare di recente alla terza fase di quella che per me è la conquista perfetta, con un gruppo di nuovi amici.
Risotto, scamorza e cioccolato fondente.
Rosoliamo una cipolla tritata sottile in 50gr di burro, aggiungiamo 400gr di riso carnaroli e facciamolo tostare, poi aggiungiamo poco alla volta del brodo di carne preparato in precedenza, molto caldo.
Appena il riso è cotto al dente lo togliamo dal fuoco per la matecatura aggiungendo altri 50gr di burro, altrettanti di parmigiano grattugiato e un etto di scamorza affumicata senza la sua buccia marrone e tagliata a listarelle sottili.
Porzioniamo e aggiungiamo una generosa spolverata di cioccolato fondente 80% grattugiato molto fine.
In quell'occasione lo abbiamo accompagnato con dell'ottimo Barbera d'annata, ve lo consiglio.
giovedì 10 gennaio 2013
Sfogliatine al Formaggio con Dip al Rafano
Questo antipasto da buffet lo preparavo spesso negli anni '80.
Come formaggio cremoso all'epoca usavo il "formaggio nel bicchiere" per chi se lo ricorda!
Oggi non è più in commercio, almeno in Italia, quindi consiglio la robiola, ma vanno bene anche altri tipi di formaggi freschi cremosi, a seconda del gusto personale.
Si mescolano 125gr di formaggio fresco cremoso, 4 cucchiaini di rafano fresco grattugiato, la punta di un cucchiaino di pepe nero macinato e di sale all'aglio, in una ciotola e si lasciano riposare al fresco per 3/4 ore in modo che i sapori si amalgamino bene.
Potete servire questa salsa accompagnandola con crackers assortiti o spalmata su coste tenere di sedano.
Ma se volete passare da un livello di difficoltà "facilissima" a "facile" beh, allora potete preparare da soli delle sfogliatine al formaggio.
Ecco come.
Stendete un rotolo di pasta sfoglia già pronta e ricavatene dei rettangoli della misura di un dito, poi spennellateli con dell'uovo sbattuto e cospargeteli di parmigiano grattugiato e semi di sesamo o di papavero o entrambi.
Quindi inserite nel forno caldo a 200°C per 10 minuti o finché non saranno gonfi e dorati.
Se poi volete trasformare ulteriormente il livello di difficoltà da "facile" a "media", allora preparate la pasta sfoglia da soli con: 500gr di farina - 500gr di burro - sale 5gr - acqua 2 dl
Impastate 400gr di farina aggiungendo lentamente l'acqua e il sale e a parte lavorate i restanti 100gr di farina con tutto il burro . Entrambi gli impasti vanno lavorati almeno per 5 minuti fino ad ottenere degli impasti duri; per lavorarli meglio dategli una forma rettangolare.
Al momento di unire i due impasti allargate il primo con il mattarello e sovrapponete il secondo più piccolo (quello fatto col burro) spianando fino ad ottenere uno spessore pari a 1cm, poi ripiegate i lembi della pasta sottostante su quella più piccola lavorando col mattarello e mantenendo sempre la forma rettangolare.
Ripiegate la pasta in due e lasciate riposare per circa mezz'ora.
Quindi stendete (sempre partendo dal centro verso l'alto e poi dal centro verso il basso) e piegate di nuovo ma questa volta in tre parti e lasciate riposare.
Ripetete questa operazione per una quarta volta e lasciate riposare per l'ultima mezz'ora.
La vostra pasta sfoglia fatta in casa è pronta!
Come formaggio cremoso all'epoca usavo il "formaggio nel bicchiere" per chi se lo ricorda!
Oggi non è più in commercio, almeno in Italia, quindi consiglio la robiola, ma vanno bene anche altri tipi di formaggi freschi cremosi, a seconda del gusto personale.
Si mescolano 125gr di formaggio fresco cremoso, 4 cucchiaini di rafano fresco grattugiato, la punta di un cucchiaino di pepe nero macinato e di sale all'aglio, in una ciotola e si lasciano riposare al fresco per 3/4 ore in modo che i sapori si amalgamino bene.
Potete servire questa salsa accompagnandola con crackers assortiti o spalmata su coste tenere di sedano.
Ma se volete passare da un livello di difficoltà "facilissima" a "facile" beh, allora potete preparare da soli delle sfogliatine al formaggio.
Ecco come.
Stendete un rotolo di pasta sfoglia già pronta e ricavatene dei rettangoli della misura di un dito, poi spennellateli con dell'uovo sbattuto e cospargeteli di parmigiano grattugiato e semi di sesamo o di papavero o entrambi.
Quindi inserite nel forno caldo a 200°C per 10 minuti o finché non saranno gonfi e dorati.
Se poi volete trasformare ulteriormente il livello di difficoltà da "facile" a "media", allora preparate la pasta sfoglia da soli con: 500gr di farina - 500gr di burro - sale 5gr - acqua 2 dl
Impastate 400gr di farina aggiungendo lentamente l'acqua e il sale e a parte lavorate i restanti 100gr di farina con tutto il burro . Entrambi gli impasti vanno lavorati almeno per 5 minuti fino ad ottenere degli impasti duri; per lavorarli meglio dategli una forma rettangolare.
Al momento di unire i due impasti allargate il primo con il mattarello e sovrapponete il secondo più piccolo (quello fatto col burro) spianando fino ad ottenere uno spessore pari a 1cm, poi ripiegate i lembi della pasta sottostante su quella più piccola lavorando col mattarello e mantenendo sempre la forma rettangolare.
Ripiegate la pasta in due e lasciate riposare per circa mezz'ora.
Quindi stendete (sempre partendo dal centro verso l'alto e poi dal centro verso il basso) e piegate di nuovo ma questa volta in tre parti e lasciate riposare.
Ripetete questa operazione per una quarta volta e lasciate riposare per l'ultima mezz'ora.
La vostra pasta sfoglia fatta in casa è pronta!
mercoledì 9 gennaio 2013
Vellutata di lenticchie
Quindi, ecco la mia ricetta a base di lenticchie inserita non a caso nel gruppo dei cibi da consumare durante la menopausa visto che forniscono proteine, ferro e tanto gusto!
Prepariamo un leggero soffritto di olio e.v.o e poca acqua, in questo modo renderemo il soffritto più leggero. Lasciamo sfrigolare un piccolo scalogno tagliato molto sottile, potete usare anche la classica cipolla, io per questo piatto preferisco la delicatezza e l'aromaticità dello scalogno.
Poi, in acqua bollente leggermente salata, cuociamo 300gr di zucca tagliata a dadini, un rametto di salvia e 300gr di lenticchie rosse decorticate. Portiamo di nuovo a bollore e cuociamo a fiamma bassa per circa mezz'ora poi si passa al minipiner, si spegne e si guarnisce la zuppa con una pioggia di prezzemolo tritato prima di servire.
Se gradite, potete aggiungere amalgamando molto bene, circa mezzo cucchiaino di miso di riso, non cambierà la densità ma aggiungerà il sapore tipico del fagiolo di soja fermentato che è molto simile alla pasta di olive nere.
lunedì 7 gennaio 2013
Bicchierini spumosi di frutta.
In questo periodo di grandi mangiate, preferisco togliermi la voglia di dolce, che non manca mai, senza andare ad appesantire il livello di glicemia nel sangue.
Ho recuperato questa ricetta da uno dei miei quaderni di ricette degli anni '80, non ricordo l'effetto sui commensali quando l'ho preparata ma il disegnino a forma di smile sorridente sul lato destro alla fine della descrizione, prometteva bene.
Ho preparato questi bicchierini per il giorno della Befana, che ne ha assaggiati due lasciandomi un grande pezzo di carbone...me devo preoccupà?!?
Ecco some si fa:
Lavate e sgocciolate 150gr di more, 2 prugne e il contenuto di un cestino di alchechengi sbucciati che taglierete a metà; i frutti di bosco tagliati in quarti e le prugne a cubetti.
Aggiungete alla frutta una bustina di zucchero al velo vanigliato, 2 cucchiai di liquore alle prugne e altrettanti di sciroppo di lamponi.
Suddividete la frutta così ottenuta in piccoli bicchierini versando in ciascuno un cucchiaino di acqua di seltz, il suo gusto un po' amaro risulterà gradevole nell'insieme, fidatevi.
Montate 100gr di panna con zucchero al velo fino ad ottenere un composto denso e omogeneo, quindi aggiungete 4 cucchiai di yogurt magro e versate il tutto sulla frutta.
Se ne avessi avute avrei decorato con mandorle tostate tagliate a fettine sottili, ve le consiglio!
Buffet della Befana da Barbara e Marco
Panini con insalata di pollo, sedano e maionese;prosciutto crudo, provola e maionese.
Torta rustica con polpa di zucca e salsiccia; scarola, olive, capperi e acciughe.
Tartine alla crema di tonno e maionese con capperi frullati;
gorgonzola, mascarpone e noci;
ratatouille di verdure; prosciutto cotto e pomodori secchi.
Fiori di bresaola con philadelphia;
Chenelle di tacchino al curry.
Sformatini di patate con salsa ai quattro formaggi.
Hummus e caviale di melanzane su mini bruschette.
Salame di cioccolato; Croccante alle mandorle; Libidini al Caffé
sabato 5 gennaio 2013
La torta del sor Carlo.
Siamo verso la fine degli anni '80, è una bella giornata di maggio e voglio impressionare il padre del mio fidanzato Pino, candidato suocero suo malgrado.
La situazione è delicata, le famiglie non si stanno particolarmente simpatiche e nella mia ingenuità di venticinquenne con lo sguardo a cuoricino decido di preparare un fantastico dolce ispirato e dedicato al rigido e diffidente capofamiglia palermitano.
Sfoglio per ore la prima enciclopedia di cucina in dieci volumi e l'intera collezione di cucina creativa mondadori acquistate grazie al mio remuneratissimo lavoro di direttore di produzione (oggi molto rimpianto dal mio conto in banca), preda di atavici dubbi sulle mia capacità in generale e su quelle culinarie in particolare.
Alla fine decido per un mix di ricette che mi dia la possibilità di creare quella che, sono convinta, ammorbidirà la convinzione del signor Carlo a proposito della mia mentalità autonoma da donna in carriera non mi renderà compagna o madre superficiale e disinteressata, anche se preferisco acquistare il guardaroba piuttosto che crearlo seduta davanti alla macchina da cucire Necchi, tramandata orgogliosamente dalle donne della sua famiglia.
Dopo tutto voler bene a qualcuno significa prendersene cura anche col cibo, o no?
Quindi parte l'operazione conquista con la preparazione di quella che mio padre battezzò Torta del sor Carlo.
Se non ricordo male ci ho messo più di un'ora e la cucina alla fine era un disastro, con grande disappunto di mia madre.
Non ho fotografie a testimonianza della catastroife finale,ma ho appuntato tutto nel mio quaderno raccogli ricette anni ottantissimo!!!
Gli ingredienti sono per 6/8 persone:
Un pan di spagna da 20cm, mezzo chilo di panna montata, 5 cucchiaiate di zucchero al velo, 3 kiwi, 2 banane, 2 rotelle di ananas fresco, 2 mezze pesche sciroppate, il succo di mezzo limone.
Crema pasticcera preparata con: 8 uova, 1l di latte, un etto di farina, una stecca di vaniglia, la scorza grattugiata di un limone non trattato.
Sciroppo preparato con 5 cucchiaio di zucchero di canna e due bicchierini e mezzo di Cointreau.
Si taglia tutta la frutta a fettine sottili cospargendola di succo di limone e zucchero al velo.
Poi si preparano la crema pasticcera e lo sciroppo e si lascia raffreddare il tutto.
Visto che il desiderio di fare colpo mi guidava, ho acquistato un foglio di carta orlata di pizzo, di quelle da pasticcere (il mio Ego culinario svolazzava già da più di un decennio).
Quindi ho tentato (è il termine giusto) di tagliare la forma di pan di spagna, cresciuto con una evidente protuberanza laterale, in quattro dischi sottili ottenendo invece quattro simil fettone tutte buchi, grazie alla mia naturale propensione per i tagli disomogenei.
Ho ricavato dai dischi bucherellati, altrettanti dischi aiutandomi con una tazza usata a mo' di stampino, salvando il salvabile. Poi ho posizionato il primo disco al centro del foglio e l'ho spruzzato con un poco dello sciroppo preparato ricoprendolo con alcune delle fettine di banana e un po' della crema pasticcera, livellandola bene.
Ho proseguito così, alternando pan di spagna bagnato di sciroppo, frutta, crema e anche panna montata fino ad esaurimento.
Il risultato finale avrebbe dovuto essere una cupola di panna a ghirigori su cui adagiare la calotta ritagliata dell'ananas con le sue foglie. Il risultato reale è stato invece più simile alla conseguenza di una battaglia di torte in faccia degne del cinema muto hollywoodiano.
Magari è per questo che l'unione con Pino si è conclusa con una comica finale!
La situazione è delicata, le famiglie non si stanno particolarmente simpatiche e nella mia ingenuità di venticinquenne con lo sguardo a cuoricino decido di preparare un fantastico dolce ispirato e dedicato al rigido e diffidente capofamiglia palermitano.
Sfoglio per ore la prima enciclopedia di cucina in dieci volumi e l'intera collezione di cucina creativa mondadori acquistate grazie al mio remuneratissimo lavoro di direttore di produzione (oggi molto rimpianto dal mio conto in banca), preda di atavici dubbi sulle mia capacità in generale e su quelle culinarie in particolare.
Alla fine decido per un mix di ricette che mi dia la possibilità di creare quella che, sono convinta, ammorbidirà la convinzione del signor Carlo a proposito della mia mentalità autonoma da donna in carriera non mi renderà compagna o madre superficiale e disinteressata, anche se preferisco acquistare il guardaroba piuttosto che crearlo seduta davanti alla macchina da cucire Necchi, tramandata orgogliosamente dalle donne della sua famiglia.
Dopo tutto voler bene a qualcuno significa prendersene cura anche col cibo, o no?
Quindi parte l'operazione conquista con la preparazione di quella che mio padre battezzò Torta del sor Carlo.
Se non ricordo male ci ho messo più di un'ora e la cucina alla fine era un disastro, con grande disappunto di mia madre.
Non ho fotografie a testimonianza della catastroife finale,ma ho appuntato tutto nel mio quaderno raccogli ricette anni ottantissimo!!!
Gli ingredienti sono per 6/8 persone:
Un pan di spagna da 20cm, mezzo chilo di panna montata, 5 cucchiaiate di zucchero al velo, 3 kiwi, 2 banane, 2 rotelle di ananas fresco, 2 mezze pesche sciroppate, il succo di mezzo limone.
Crema pasticcera preparata con: 8 uova, 1l di latte, un etto di farina, una stecca di vaniglia, la scorza grattugiata di un limone non trattato.
Sciroppo preparato con 5 cucchiaio di zucchero di canna e due bicchierini e mezzo di Cointreau.
Si taglia tutta la frutta a fettine sottili cospargendola di succo di limone e zucchero al velo.
Poi si preparano la crema pasticcera e lo sciroppo e si lascia raffreddare il tutto.
Visto che il desiderio di fare colpo mi guidava, ho acquistato un foglio di carta orlata di pizzo, di quelle da pasticcere (il mio Ego culinario svolazzava già da più di un decennio).
Quindi ho tentato (è il termine giusto) di tagliare la forma di pan di spagna, cresciuto con una evidente protuberanza laterale, in quattro dischi sottili ottenendo invece quattro simil fettone tutte buchi, grazie alla mia naturale propensione per i tagli disomogenei.
Ho ricavato dai dischi bucherellati, altrettanti dischi aiutandomi con una tazza usata a mo' di stampino, salvando il salvabile. Poi ho posizionato il primo disco al centro del foglio e l'ho spruzzato con un poco dello sciroppo preparato ricoprendolo con alcune delle fettine di banana e un po' della crema pasticcera, livellandola bene.
Ho proseguito così, alternando pan di spagna bagnato di sciroppo, frutta, crema e anche panna montata fino ad esaurimento.
Il risultato finale avrebbe dovuto essere una cupola di panna a ghirigori su cui adagiare la calotta ritagliata dell'ananas con le sue foglie. Il risultato reale è stato invece più simile alla conseguenza di una battaglia di torte in faccia degne del cinema muto hollywoodiano.
Magari è per questo che l'unione con Pino si è conclusa con una comica finale!
Abbasso il raffreddore!
Condivido volentieri un rimedio efficace per alleviare i sintomi del raffreddore, suggerito da un amico poco prima di Natale.
Mettete in un frullatore un quarto di cucchiaino di cannella in polvere, un quarto di limone tagliato a vivo e una fetta di zenzero fresco spessa più o meno 3cm.
Fatene una bella poltiglia e aggiungeteli ad una tazza di acqua bollente.
Lasciate in infusione almeno 5 minuti, bevete e salutate il raffreddore!
Mettete in un frullatore un quarto di cucchiaino di cannella in polvere, un quarto di limone tagliato a vivo e una fetta di zenzero fresco spessa più o meno 3cm.
Fatene una bella poltiglia e aggiungeteli ad una tazza di acqua bollente.
Lasciate in infusione almeno 5 minuti, bevete e salutate il raffreddore!
L'età avanza, come il pane in credenza.
Che arrivi per cause naturali o indotta chimicamente, la menopausa rivoluziona matabolismi e corpi sconvolgendoci la vita.
Medici, omeopati, fitoteraperuti e nutrizionisti, sono tutti d'accordo sul fatto che si tratta di un evento naturale da accogliere con un atteggiamento positivo; anche se, nella maggior parte dei casi, il tentativo di abbatterlo con cure ormonali a base di estrogeni e progesterone sintetico non aiuta certo a fare amicizia con questo particolare stato fisiologico.
Quindi che si fa? Cosa si deve mangiare in menopausa? Presto detto: fitoestrogeni; acidi mono e polinsaturi; immancabili omega3, enzimi, fibre e minerali; antiossidanti e altre sostanze alimentari impronunciabili come i bioflafonoidi.
Ma più che per capacità teraputiche più o meno comprovate, come spesso accade, il cibo è la soluzione a gran parte delle nostre "paturnie" emotive. Indi per cui ecco la prima di una serie di ricette invernali che più appagano il mio senso di creazione culinaria riuscendo a mettere d'accordo gusto personale e cognizioni di un'adeguata alimentazione trasmessa da pubblicazioni varie e chiacchierate con i dietologi e i nutrizionisti che ho conosciuto.
Carpaccio di Tofu.
Si sbollenta un panetto di Tofu intero in acqua bollente leggermente salata per circa un paio di minuti, poi si scola e si lascia raffreddare.
Per il condimento si frulla mezza tazza di olive nere snocciolate, una tazzina di capperi sotto sale lavati, uno spicchio d'aglio e una manciata di prezzemolo tritato, si condisce il tutto con olio e.v.o. e un cucchiaino di succo di limone mescolando bene e lasciando riposare almeno per 5 minuti.
Nel frattempo il Tofu si è raffreddato e si può affettare sottilmente e sistemare nel piatto di portata rivestendolo in modo uniforme col condimento preparato.
E visto che il cibo si assaggia prima di tutto con gli occhi, si completa con una spolverata di prezzemolo tritato fine e una bella cascata di chicchi di melagrana!
Medici, omeopati, fitoteraperuti e nutrizionisti, sono tutti d'accordo sul fatto che si tratta di un evento naturale da accogliere con un atteggiamento positivo; anche se, nella maggior parte dei casi, il tentativo di abbatterlo con cure ormonali a base di estrogeni e progesterone sintetico non aiuta certo a fare amicizia con questo particolare stato fisiologico.
Quindi che si fa? Cosa si deve mangiare in menopausa? Presto detto: fitoestrogeni; acidi mono e polinsaturi; immancabili omega3, enzimi, fibre e minerali; antiossidanti e altre sostanze alimentari impronunciabili come i bioflafonoidi.
Ma più che per capacità teraputiche più o meno comprovate, come spesso accade, il cibo è la soluzione a gran parte delle nostre "paturnie" emotive. Indi per cui ecco la prima di una serie di ricette invernali che più appagano il mio senso di creazione culinaria riuscendo a mettere d'accordo gusto personale e cognizioni di un'adeguata alimentazione trasmessa da pubblicazioni varie e chiacchierate con i dietologi e i nutrizionisti che ho conosciuto.
Carpaccio di Tofu.
Si sbollenta un panetto di Tofu intero in acqua bollente leggermente salata per circa un paio di minuti, poi si scola e si lascia raffreddare.
Per il condimento si frulla mezza tazza di olive nere snocciolate, una tazzina di capperi sotto sale lavati, uno spicchio d'aglio e una manciata di prezzemolo tritato, si condisce il tutto con olio e.v.o. e un cucchiaino di succo di limone mescolando bene e lasciando riposare almeno per 5 minuti.
Nel frattempo il Tofu si è raffreddato e si può affettare sottilmente e sistemare nel piatto di portata rivestendolo in modo uniforme col condimento preparato.
E visto che il cibo si assaggia prima di tutto con gli occhi, si completa con una spolverata di prezzemolo tritato fine e una bella cascata di chicchi di melagrana!
venerdì 4 gennaio 2013
Analcolico alla Salvia.
Un antico proverbio del XIV secolo dice: l'uomo che coltiva la salvia nel proprio giardino non morira mai.
Quindi, cin cin e auguri!
Ecco cosa occorre: 1/3 succo di limone - 1/3 succo di arancia - 1/3 bitter analcolico e un bel rametto di salvia per guarnire.
Come si procede: versare il succo di arancia, il succo di limone e il bitter in un bicchiere da long drink e mescolare.
Aggiungere qualche cubetto di ghiaccio e il rametto di salvia per insaporire e decorare.
Facile, no?
Quindi, cin cin e auguri!
Ecco cosa occorre: 1/3 succo di limone - 1/3 succo di arancia - 1/3 bitter analcolico e un bel rametto di salvia per guarnire.
Come si procede: versare il succo di arancia, il succo di limone e il bitter in un bicchiere da long drink e mescolare.
Aggiungere qualche cubetto di ghiaccio e il rametto di salvia per insaporire e decorare.
Facile, no?
mercoledì 2 gennaio 2013
Finger food leggero
Bentrovati nel 2013!
Cosa avete gustato di buono la sera del 31?
Ecco un assaggio di ciò che ho preparato per il mio finger food di fine anno a casa di Barbara.
Bocconcini di tacchino al curry e vodka
Per circa 15 persone ho amalgamato 400gr di macinato di tacchino con un uovo, mezza cipolla tagliata molto finemente, uno spicchio d'aglio, anche questo tagliato finissimo, e un cucchiaino di curry.
Io ho usato varietà thailandese, molto speziata, approfittando del regalo di Francesca al suo ritorno dal suo mega viaggio nel sud est asiatico.
Mettete a scaldare una padella antiaderente con poco olio e con l'aiuto di due cucchiaini da caffé formate delle piccole chenelle di dimensioni non omogenee.
Lasciatele cuocere da entrambe i lati girandole con attenzione, potete usare una pinza o gli stessi cucchiaini da caffé.
A fine cottura spruzzate con un bicchierino di vodka, lasciate evaporare e servite!
Cosa avete gustato di buono la sera del 31?
Ecco un assaggio di ciò che ho preparato per il mio finger food di fine anno a casa di Barbara.
Bocconcini di tacchino al curry e vodka
Per circa 15 persone ho amalgamato 400gr di macinato di tacchino con un uovo, mezza cipolla tagliata molto finemente, uno spicchio d'aglio, anche questo tagliato finissimo, e un cucchiaino di curry.
Io ho usato varietà thailandese, molto speziata, approfittando del regalo di Francesca al suo ritorno dal suo mega viaggio nel sud est asiatico.
Mettete a scaldare una padella antiaderente con poco olio e con l'aiuto di due cucchiaini da caffé formate delle piccole chenelle di dimensioni non omogenee.
Lasciatele cuocere da entrambe i lati girandole con attenzione, potete usare una pinza o gli stessi cucchiaini da caffé.
A fine cottura spruzzate con un bicchierino di vodka, lasciate evaporare e servite!
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