L'effetto non troppo piacevole con cui sto ancora combattendo dopo l'esperienza chemio, è la glicemia alta.
Come se avessi avuto bisogno di cortisone per aumentare il desiderio di dolci!
Quindi mi sono armata di schema della quantità di indice glicemico contenuto negli alimenti base e via a costruire menù ad hoc.
Tra i vari esperimenti, quello che più mi ha dato soddisfazione in qualsiasi stagione è la:
Colazione della campionessa.
Praticamente si tratta di amalgamare mezza tazza di ricotta con mezza di cereali integrali, una tazza di frutta fresca, un cucchiaino di mandorle affettate, da gustare al cucchiaio mentre si sorseggia una tazza di caffè, o té o tisana a piacere.
Se non si è in eccesso coi chili consiglio di aggiungere una fetta di pane tostato spalmato di marmellata a basso contenuto di zuccheri.
Di solito non ho mai la giusta quantità di frutta sufficiente per una confettura a gusto unico, allora ecco che parte la confettura mix che io preparo da sola così:
Dopo aver pulito lavato e tagliato a tocchetti pere, pesche e mele golden delicious, spremo un limone e ne grattugio la scorza. Poi raschio l'interno di una stecca di vaniglia e lo unisco alla frutta dentro una pentola coi bordi alti, aggiungo circa un terzo del peso della frutta di zucchero di canna e lascio riposare un paio d'ore.
Dopodiché porto a ebollizione e lascio cuocere per 40 minuti in modo da consumare l'acqua di pere e pesche.
Quindi le ultime mosse standard subito dopo aver spento il fuoco: divido velocemente in uno o più barattoli sterilizzati e chiudo ermeticamente poi lascio raffreddare il tutto, etichetto e conservo il barattolo un paio di settimane in un luogo buio e fresco.
Non di più, bisogna testare le proprie opere culinarie!
...per arrivare al cuore di qualcuno si passa prima per il cervello e poi per lo stomaco...
domenica 28 aprile 2013
lunedì 22 aprile 2013
Buffet di compleanno Benedetti
Bignè di alghe con mozzarella e alici
Cannellini al porro e tonno come una volta
Caponatina con pizza bianca
Mini caprese dal fondo croccante
Triangoli tonno e pomodoro
Spiedini di ananas&asiago, pere&caciottina
Lasagna bianca ai carciofi
Lasagna rossa al ragù classico
Rotelline di pollo porchettato in gelatina
Insalata siciliana con arance, finocchi e olive nere
Bocconi di wurstel al forno con patate
giovedì 11 aprile 2013
Cena tra sorelle da Ilaria
Rotolini di pollo porchettato
Ceci all'aroma di garofano
Arrosticini a modo mio con bocconcini di pecora in pastella
Sgombro in polpettine di sgombro con pinzimonio di carote
Fettuccine integrali gamberi spadellati e zucchine
Tagliatelle di grano duro al pesto di pistacchi e arancia
Mini strudel di mele con crema inglese
Panna cotta allo zafferano profumata al cardamomo
venerdì 5 aprile 2013
Salsa ai Fegatini di Pollo
Eravamo più o meno alla fine degli anni settanta e mi affacciavo all'età dell'adolescenza, spalancando la finestra.
Salutati i giorni dei pasticcetti preparati al Dolce Forno, che comunque finivano tutti nelle fauci della famiglia, sia che si trattasse di strani biscotti bruciacchiati o mini pizzette con pezzo d'alice 'n coppa, era arrivato il momento di cimentarmi in qualcosa di più complesso.
Durante le classiche feste comandate, ci si riuniva con gli altri parenti ed io avevo in mio zio Alfonso il più temibile dei critici gastronomici.
Mitico esperto di vini e buon frequentatore di ristoranti storicamente stellati da Torino a Palermo, proprio durante una vacanza in Sicilia lo zio mi fa assaggiare un arancina di riso con sugo bianco di piselli e fegatini di pollo.
Le mie papille titillavano peggio che per la Golia degli anni ottanta e alla prima occasione di pranzo familiare, la ricerca di riprodurre quel sapore era diventata per me un ossessione.
Non avevo messo in conto di trovarmi ancora all'alba della mia passione per la cucina.
Non ero ancora assolutamente pratica nel dosaggio di certi ingredienti, specie se parliamo di interiora.
E poi, che diamine, avevo solo undici anni!
Praticamente al posto dei fegatini ho usato le rigaglie e i cuori. Risultato? Il ripieno dei simil-arancini scrocchiava! Che-te-lo-dico-affà...
Crescendo mi sono cimentata spesso con questo genere di ingredienti, adoro i crostini toscani.
Quando posso preparo mini barattoli di salsa per gli antipasti delle cenette tra amici.
Dopo anni di vari esperimenti, ho deciso per questa personale versione.
Ho preso un etto di pancetta (anche se forse sarebbe meglio il lardo) l'ho tagliato a dadini e l'ho messo sul fuoco. Chi non è a dieta aggiunga pure 80gr. di burro. Ho aggiunto i fegatini puliti e lavati, circa sei foglie di salvia (dipende dalla grandezza, di quelle del cespuglio della mia amica Luciana ne bastano quattro, sono fantastiche come aperitivo da stuzzico in pastella!) tritata assieme ad una cipolla bianca e a sei bacche di ginepro schiacciate.
Sale e pepe per chi può e poi lasciare rosolare a fuoco lento e recipiente scoperto.
Quando gli ingredienti avranno raggiunto un bel colore bruno uniforme, si spruzza con mezzo bicchiere di vino rosso, in questa occasione ho usato un Cesanese del Piglio. Una volta evaporato il vino si aggiunge un mestolo di brodo.
Quindi si copre la casseruola e si lascia cuocere lentamente per almeno 20 minuti. se si dovesse asciugare troppo, basta bagnare con altro brodo.
Al termine della cottura, si unisce una manciata di prezzemolo tritato e la scorza grattugiata di limone fuori dal fuoco.
Poi l'ho messo in un piccolo barattolo di vetro sterilizzato per conservarlo.
Volendo assaggiarlo subito è ottimo anche come sugo per pasta o riso bollito.
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